Godimento Altro e sublimazione. Una sfida all’anestesia contemporanea.

Intervento di Laura Pigozzi, introduzione di Elena De Sanctis e Stefano Mazzei

Elena De Sanctis

Siamo contenti di avere insieme a noi Laura Pigozzi, che io adesso introdurrò con un piccolo discorso, e prima ancora del discorso dirò questa frase: «Io sono la traccia». Laura Pigozzi lavora principalmente a Milano ed è una pioniera del trait d’union che si può costruire tra inconscio e voce, in quanto mette insieme questi due saperi e si occupa principalmente del rapporto tra modernità e psicanalisi – l’argomento di oggi ne è veramente testimonianza -, del mondo del femminile e del mondo delle famiglie. Ha pubblicato tre libri, A nuda voce, Chi è la più cattiva del reame, Voci smarrite, ed è impegnata in attività davvero particolari e interessanti; a me ad esempio ha colpito molto la conduzione di alcuni gruppi di canto in gravidanza, presso l’Ospedale San Paolo di Milano, non ché il “non coro”, che è un gruppo di persone che si riuniscono in nome della voce e sperimentano, ma non tanto per virtuosismi e perfezionamenti della voce, quanto per stupirsi di ciò che la voce può produrre in un gruppo, nella condivisione di più persone. A livello più tecnico, è consulente ad esempio di Jazz Italia e si occupa di rieducare e sostenere cantanti o persone che hanno a che fare con la voce per motivi anche lavorativi. Si possono seguire alcune sue tracce su Rapsodia.net, un blog dove s’incontrano molti dei suoi contenuti, e poi c’è un canale dedicato su Youtube che fornisce materiale più fruibile a livello visivo.